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Scomparsa Denisa Maria Adas

Scomparsa Denisa Maria Adas, il giallo delle due telefonate nella notte dal cellulare della ragazza

Continuano le ricerche di Denisa Maria Adas, la donna di trent’anni scomparsa da Prato nella notte tra il 15 e il 16 maggio. Il suo telefono sarebbe stato acceso a lungo verso le 2 di notte in una strada a sei minuti dal residence dove alloggiava.
A cura di Natascia Grbic
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La scomparsa di Denisa Maria Adas rimane un mistero. Della giovane scomparsa da Prato nella notte tra il 15 e il 16 maggio, non si sa nulla. La procura ipotizza che sia stata rapita da una banda di connazionali romeni, e che sia stata portata via contro la sua volontà. A confermare questa tesi, il fatto che in stanza la camera da letto appariva in una condizione di ‘pseudo ordine' e che entrambi i suoi telefoni risultano spenti. C'è però un dettaglio emerso nelle ultime ore: l'ultima cella telefonica è stata agganciata dal telefono della 30enne alle 2.53 del mattino in una strada a sei minuti dal residence in cui Adas aveva alloggiato l'ultima volta.

Secondo quanto riportato da Il Corriere della Sera, il telefono della donna avrebbe registrato due lunghi contatti nella notte prima di spegnersi di nuovo. L'ultima cella agganciata era in direzione del casello autostradale di Prato est, particolare che avvalora la tesi secondo cui la giovane è stata portata via da qualcuno contro la sua volontà. Da capire se il telefono sia stato acceso da Denisa stessa, o se qualcun altro al suo posto abbia usato il telefono.

I carabinieri di Prato stanno continuando a indagare sul caso, ma finora di Denisa Maria Adas non si sa nulla. Le ricerche si sono concentrate in un'area a un chilometro dal residence, senza però portare a nulla. La procura ha ritenuto attendibile la versione di un'amica della 30enne, che ha parlato di un presunto rapimento da parte di connazionali mandati da un avvocato che sarebbe stato ossessionato dalla ragazza. A dirglielo, secondo la testimone, sarebbe stata la madre, che però non avrebbe riferito di questa conversazione alla procura. Per questo è adesso indagata per false informazioni al pubblico ministero. La casa a Torpignattara dove Maria Cristina Paun vive con la figlia è stata sequestrata, e il contenuto dei telefoni ispezionato proprio per trovare traccia delle presunte conversazioni con questo avvocato.

Quanto avvenuto è stato giudicato dalle legali della donna, Gabriella Bellanova e Marianna De Simone, "un equivoco". "La signora si è affidata un po' al parere di terzi nella speranza che qualcuno potesse aiutarla a trovare una pista, ma non ha voluto omettere nulla alle forze dell'ordine – ha dichiarato De Simone a Fanpage.it – Per quello che ho potuto accertare e rilevare e in base alle informazioni in mio possesso, questa tesi è assolutamente da smentire. Altrimenti questo signore sarebbe stato sentito o sottoposto a misura cautelare, non è stato così e quindi se ne deduce che sia una pista non credibile".

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